La ditta Marzetti srl si occupa della realizzazione di manti di copertura discontinui (lamiera grecata o pannelli monolitici sandwich) con tutte le tipologie di profili commerciali oggi presenti nel mercato italiano, nel rispetto della norma UNI 10372/2013 "Coperture discontinue - Istruzioni per la progettazione, l'esecuzione e la manutenzione di coperture realizzate con elementi metallici in lastre" su edifici con destinazione civile - industriale - commerciale.
L'attività d’installazione di nuove coperture metalliche discontinue è stata sviluppata successivamente all'inizio dei lavori di rimozione di manti in cemento amianto “Eternit” per rispondere alle richieste dei nostri clienti. Da allora la Marzetti srl si è specializzata nel rifacimento di coperture e nella lattoneria (con la fornitura e posa in opera di canali di gronda, scossaline, colmi e compluvi) in modo da rendere completo l’intero intervento di realizzazione di coperture e rispondere come UNICO referente con il committente. Bisogna ricordare che il tetto è un sistema articolato e che il manto interagisce con altri elementi edili.
L’attività viene eseguita sia per il rifacimento dei vecchi manti una volta rimosse le lastre in cemento amianto tipo eternit, sia per la sostituzione dei manti obsoleti non più in grado di garantire la tenuta all’acqua, sia nell’esecuzione di nuove coperture.
Ogni realizzazione prevede la preliminare pianificazione e progettazione dell’intervento, ascoltando le necessità e i fabbisogni del committente. Successivamente avviene la condivisione della scelta del profilo e del materiale più idoneo per la realizzazione dell’opera. La Marzetti Srl attraverso il suo supporto tecnico e il know-how acquisito negli anni, fornisce le risposte e i consigli per una scelta mirata in termini economici/prestazionali volti ad offrire un intervento che garantisca la soddisfazione del Cliente, sia per la durata che per la resistenza all'azione degli agenti atmosferici. Oggi i cambiamenti climatici ci mettono di fronte ad eventi eccezionali (bombe d'acqua, trombe d'aria, sbalzi termici, etc.) che causano notevoli danni e disagi alla popolazione; pertanto, diventa sempre più importante scegliere prodotti che garantiscano funzionalità ed efficienza anche in assenza o con minima attività manutentiva, evitando quindi infiltrazioni d'acqua all'interno della costruzione.
L'attività di consulenza per l'esecuzione di coperture su nuovi edifici cerca di rispondere ai requisiti termici richiesti dalla Normativa vigente. Nella riqualificazione delle coperture esistenti vengono privilegiati quei materiali che permettono al cliente di poter ottenere le detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica dell'edificio ed il ritorno dell’investimento con la riduzione dei costi di riscaldamento/raffrescamento degli ambienti.
Le tipologie di materiali utilizzati per l'esecuzione delle coperture, possono essere in lamiera grecata o ondulata, retta o curva, con fissaggio a vista o nascosto.
I principali materiali utilizzati sono:
acciaio zincato con sistema SENDZIMIR, preverniciato con poliestere standard;
acciaio tipo ALUZINC;
alluminio naturale o preverniciato con poliestere standard;
rame naturale;
acciaio inox AISI 304 - AISI 316.
Per l'esecuzione di coperture con pannelli sandwich monolitici, l’azienda utilizza, in base al progetto ed alle certificazioni richieste, quelli che hanno l’isolamento termico costituito da:
isolante schiuma poliuretanica ad alta densità;
isolante in lana di roccia;
isolante in polistirene espanso a cellule chiuse;
isolante in polistirene espanso sinterizzato con l'aggiunta di grafite.
La lastra esterna grecata dei pannelli sandwich può essere realizzata con tutti i materiali sopra descritti; per quanto riguarda la lastra di finitura interna questa può essere realizzata inoltre con i seguenti materiali:
alluminio centesimale goffrato,
cartonfeltro bitumato cilindrato;
vetroresina rinforzato;
sintofoil.
Un’altra attività eseguita direttamente dalla Marzetti Srl, quale attività complementare nel campo della realizzazione delle coperture, riguarda l’impermeabilizzazione con manti in sintetico (poliolefina). Le membrane sintetiche nascono dall’incorporazione di elastomeri, nella matrice del propilene, ottenendo un polimero elastomerico, termoplastico, che conferisce alle membrane sintetiche SINTOFOIL caratteristiche peculiari, ideali per l’impermeabilizzazione, quali:
Assenza di cloro e di altri materiali inquinanti;
Altissima resistenza ad agenti atmosferici e raggi UV;
Imputrescibilità;
Resistenza meccanica e al punzonamento;
Flessibilità e morbidezza (anche alle basse temperature);
Resistenza alle radici;
Ottima saldabilità e facile riparabilità durante tutto l’arco di vita dell’opera;
Facile controllo delle saldature effettuate;
Riciclabilità totale e compatibilità ambientale.
La membrana utilizzata è realizzata con colori contrastanti tra faccia superiore e inferiore (signal layer) per consentire il controllo visivo dell' integrità superficiale della stessa durante e dopo le fasi della posa in opera. Le membrane Sintofoil vengono posate con giunzioni saldate semplicemente ad aria calda, per termorinvenimento del materiale, senza l’apporto di alcun tipo di collante, o altro materiale estraneo.
Per le sue caratteristiche e per l’installazione in semi-indipendenza il manto sintetico permette di eseguire i lavori di ricondizionamento di coperture realizzate in membrana bituminosa, senza dover procedere alla preventiva rimozione dei precedenti manti. Le attività di impermeabilizzazione in sintetico possono sostituire le applicazioni di membrane bituminose inoltre, le loro caratteristiche ne permettono l’uso nelle impermeabilizzazioni di opere idrauliche: vasche, serbatoi e canali di accumulo e convogliamento acqua potabile, bacini, piscine, gallerie; nella realizzazione di coperture: pedonabili, carrabili, a vista o nei giardini pensili.
L’utilizzo delle membrane sintetiche grazie alla loro elevata flessibilità permettono di soddisfare le esigenze costruttive sia nell’edilizia in opera che nella prefabbricazione, ideale nel ripristino di vecchie impermeabilizzazioni.
Gli interventi di “rivestimento architettonico” vengono eseguiti nella riqualificazione estetica, funzionale ed energetica degli edifici con destinazione prevalente commerciale – industriale – terziario.
- Estetica, perché s’interviene sull’involucro esterno dell’edificio sviluppando, dietro l’attento studio di architetti, una nuova immagine del vs. stabilimento.
- Funzionale, perché risolve i problemi d’infiltrazioni meteoriche e di tenuta al vento dei giunti dei pannelli precompressi e del ripristino del lato esterno esposto all’azione degli agenti atmosferici che, con il tempo, provoca l’ossidazione delle armature metalliche interne ed il distacco di porzioni di malta di copri ferro, che potrebbero colpire persone e/o automezzi presenti all’esterno dell’edificio.
- Energetica, perché il rivestimento esterno è realizzato con pannelli monolitici coibentati.
I vantaggi della realizzazione di un intervento di riqualificazione dell’involucro esterno, con l’utilizzo del sistema di rivestimento architettonico sono:
a) - Minor Costo rispetto ad un intervento tradizionale, dove i pannelli precompressi di tamponatura esterna, dopo diversi anni, hanno problemi di tenuta all’acqua e le armature metalliche presenti all’interno sono colpite dall’ossidazione, provocando distacchi di malta copri ferro.
Per confrontare i costi, basta pensare ciò che capita con le solette dei terrazzi degli edifici residenziali, dove l’intervento è costituito dalle seguenti fasi:
1 - rimozione del cemento ammalorato e distaccato, non più coerente;
2 - spazzolatura e pulitura dei ferri d’armatura;
3 - trattamento antipassivante e bloccante l’ossidazione dei ferri;
4 - ricostruzione del copri ferro con malte tixotropiche fibro-rinforzate;
5 - riprofilatura e rasatura finale;
6 - tinteggiatura con prodotti silossanici.
L’esecuzione di un intervento con le fasi sopra descritte, nell’edilizia industriale non viene mai preso in considerazione, poiché i costi sarebbero esorbitanti per le grandi quantità.
Pertanto, la Marzetti srl interviene nel ripristino delle pareti degli edifici industriali, procedendo con la pura messa in sicurezza dei pannelli di tamponatura e realizzando le prime quattro fasi sopra indicate. Successivamente si passerà alla realizzazione di una nuova struttura con profilati in acciaio zincato o in alluminio che serviranno come sottostruttura d’ancoraggio dei pannelli che costituiscono la nuova “Pelle esterna” dell’edificio.
b) - Detraibilità fiscale, poiché l’uso di pannelli sandwich (come visibile nella ns. galleria fotografica degli interventi eseguiti) permette al cliente di poter usufruire delle detrazioni fiscali previste per legge, in quanto si persegue l’obiettivo di rientrare nella riqualificazione energetica delle superfici verticali opache.
c) - Maggior valore, in quanto gli interventi di “rivestimento architettonico” di un edificio industriale contribuiscono ad aumentare il suo valore commerciale.
d) - Rientro economico dell' investimento, quello economico dovuto al minor fabbisogno energetico e conseguentemente minori consumi energetici per riscaldamento e raffrescamento degli ambienti, con una sensibile riduzione di emissione di CO2.
Questa tipologia d’intervento risulta assai vantaggiosa e più rapida negli interventi di riqualificazione delle facciate esterne degli edifici prefabbricati.
L’attività di manutenzione delle coperture di edifici industriali riguarda prevalentemente gli edifici costruiti nel periodo post utilizzo delle lastre in cemento amianto tipo eternit, che in Italia è avvenuto dopo il 01 gennaio 1994 con l’avvento del fibro cemento ecologico (così chiamato perché non contenente più l’amianto cancerogeno per la popolazione).
Pertanto l’attività viene svolta prevalentemente su edifici di recente costruzione, perché le lastre ecologiche risultano avere una vita residua di gran lunga inferiore alle lastre contenenti amianto, conosciute con il nome commerciale eternit.
Infatti, molti edifici industriali risultano avere dei problemi d’infiltrazioni d’acque meteoriche, sino dalla data di realizzazione della costruzione, per la non tenuta del manto di copertura.
Forse, molti problemi sono dovuti anche al fatto del boom edilizio prodotto in quel periodo dagli interventi d’incentivazione al reinvestimento degli utili nella costruzione di un edificio produttivo, con la cosiddetta “TREMONTI-BIS”; dove l’importante per poter beneficiare della detassazione degli utili era solo costruire senza valutare o analizzare tutti gli elementi che costituivano la costruzione.
I problemi sono causati prevalentemente dall’utilizzo del fibro cemento ecologico, che non avendo più nell’impasto le fibre d’amianto, risulta essere meno performante come caratteristiche intrinseche del prodotto; infatti già in fase di montaggio si possono formare delle micro lesioni sulla lastra, invisibili ad occhio nudo che possono causare infiltrazioni all’interno dei fabbricati in seguito all’azione di piogge o nevicate.
Purtroppo, molto spesso le aziende che producono prefabbricati, a parer personale, danno poca importanza al manto di copertura degli edifici che costruiscono. La Marzetti srl interviene nella manutenzione delle coperture, con soluzioni studiate per ogni singolo caso, poiché ogni intervento è differente rispetto agli altri. Ognuno si costruisce l’immobile, sede della propria attività produttiva, andando a soddisfare esigenze pertanto ogni copertura è differente da quella del vicino.
Una macro differenza è data dall’azienda prefabbricatrice che ha prodotto e costruito l’immobile per dimensioni, forma ed per tipologia di solaio di copertura.
Nell’esecuzione d’interventi di manutenzione delle coperture, l'azienda privilegia quelli non invasivi; cerca di agire con STEP proposti preventivamente ai clienti in quanto, per un intervento radicale, non è sempre possibile sostenere una spesa ragguardevole per la sostituzione del manto di copertura.
La Marzetti srl cerca di eliminare le infiltrazioni meteoriche presenti con interventi localizzati e mirati di sostituzione a quegli elementi danneggiati e/o obsoleti. A volte capita di dover intervenire anche su coperture onduline in cemento amianto tipo eternit; anche in questo caso l'azienda va alla ricerca della perdita e mette in atto quegli interventi localizzati che permettono di rimuovere l’infiltrazione. Dove l’intervento non è risolvibile localmente, procede con la sostituzione completa degli elementi di copertura; in tal caso, se l’ambiente sottostante è riscaldato, può valutare l’ipotesi di procedere con la riqualificazione energetica del tetto, con la possibilità di “detrazione fiscale” della spesa sostenuta, come previsto dalla normativa vigente.
L'azienda è già intervenuta su numerosi immobili risolvendo i problemi di infiltrazioni meteoriche delle coperture; per qualsiasi informazione o per richiedere un sopralluogo gratuito e verificare l'intervento scrivere a info@marzettisrl.it
Le Linee Vita in Italia devono rispondere alle seguenti Norme UNI:
a) Uni En 795/02 “Norma contenente i requisiti, i metodi di prova, le istruzioni per l’uso e la marcatura di dispositivi di ancoraggio progettati esclusivamente per l’uso con dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall’alto”.
b) EN795/12: La norma specifica i requisiti per le prestazioni ed i metodi di prova associati per dispositivi di ancoraggio mono-utente destinati ad essere rimossi dalla struttura. "Questa norma non è attualmente applicabile ai dispositivi fissi anticaduta. In base alla Direttiva 89/686/CEE del Consiglio, del 21 dicembre 1989 il produttore per rispettare lo stato dell’arte può utilizzare l’unica norma specifica di settore, ossia UNIEN795/96 o UNIEN795/02." UNI CEN/TS16415/13: La presente specifica tecnica definisce le raccomandazioni per i requisiti, apparecchi di prova, metodi di prova, la marcatura e le informazioni fornite dal fabbricante per i dispositivi di ancoraggio destinati ad essere utilizzati da più di un utente contemporaneamente. EN517/06: La norma specifica le dimensioni essenziali, i materiali da impiegare, i requisiti relativi alla capacità di sopportare i carichi e l’estensione delle prove dei ganci di sicurezza da tetto.
c) UNI EN 11158/05: Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall’alto - Sistemi di arresto caduta - Guida per la selezione e l'uso Norme DPI: EN 341 Discensori, EN 353 Dispositivi anticaduta guidati, EN 354 Cordini, EN 355 Assorbitori di energia, EN 358 Posizionamento, EN 360 Dispositivi anticaduta retrattili, EN 361 Imbracature, EN 362 Connettori, EN 363 Requisiti generali sistemi anticaduta, EN 365 Marcatura e istruzioni d’uso, EN 795 Dispositivi (solo Classe B).
Mentre la normativa italiana, deve rispondere al Testo UNICO sulla sicurezza:
Art. 111. Obblighi del datore di lavoro nell'uso di attrezzature per lavori in quota
Art. 115. Sistemi di protezione contro le cadute dall'alto
Art. 116. Obblighi dei datori di lavoro concernenti l'impiego di sistemi di accesso e di posizionamento mediante funi
Art. 77. Obblighi del datore di lavoro
Art. 78. Obblighi dei lavoratori
Art. 37. Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti
ALLEGATO XXI Accordo Stato, Regioni e Province autonome sui corsi di formazione per lavoratori addetti a lavori in quota
Per quanto riguarda nello specifico la Regione Marche:
LEGGE REGIONALE del 22 aprile 2014, n. 7 |
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Titolo: |
Norme sulle misure di prevenzione e protezione dai rischi di caduta dall’alto da predisporre negli edifici per l’esecuzione dei lavori di manutenzione sulle coperture in condizioni di sicurezza |
Pubblicazione: |
Art. 1 (Finalità)
Art. 2 (Ambito di applicazione)
Art. 3 (Definizione di copertura)
Art. 4 (Misure di prevenzione e di protezione)
Art. 5 (Improcedibilità dell’istanza del titolo abilitativo edilizio)
Art. 6 (Disposizioni di attuazione)
Art. 7 (Norme transitorie e finali)
Art. 1 (Finalità)
1. La presente legge nel rispetto dei principi contenuti nel decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 (Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro), detta norme di prevenzione e di protezione da adottare nell’ambito della progettazione e realizzazione di interventi edilizi riferiti a nuove costruzioni o ad edifici esistenti al fine di garantire, nei successivi interventi impiantistici o di manutenzione, l’accesso, il transito e l’esecuzione dei lavori in quota in condizioni di sicurezza.
Art. 2 (Ambito di applicazione)
1. Le disposizioni di cui alla presente legge si applicano ai seguenti interventi:
a) nuove costruzioni;
b) manutenzione ordinaria o straordinaria comportante il rifacimento del manto di copertura per una superficie comunque non inferiore al 50 per cento ovvero, nell’ipotesi di coperture superiori a 200 metri quadri in pianta, comunque non inferiore a 100 metri quadri;
c) restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia previsti dall’articolo 3 del d.p.r. 6 giugno 2001, n. 380 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia “Testo A”) che interessano le coperture mediante interventi strutturali;
d) installazione di nuovi impianti tecnici, telematici e fotovoltaici, qualora essi riguardino le coperture;
e) interventi edilizi da eseguire in sanatoria ai sensi dell’articolo 36 del d.p.r. 380/2001 o come varianti in corso d’opera che comportano modifiche alle strutture portanti della copertura, escluse le varianti di assestamento previste dall’articolo 22, comma 2, del d.p.r. 380/2001.
Art. 3 (Definizione di copertura)
1. Ai sensi della presente legge, per copertura si intende una delimitazione superiore dell’involucro edilizio, finalizzata alla protezione dello stesso dagli agenti atmosferici e costituita da una struttura portante e da un manto di copertura.
Art. 4 (Misure di prevenzione e di protezione)
1. Per le finalità di cui all’articolo 1, fermo restando quanto previsto dal d.lgs. 81/2008, i progetti relativi agli interventi di cui all’articolo 2:
a) prevedono, nel rispetto delle norme in materia di tutela dei beni culturali di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137), l’applicazione di misure di prevenzione e protezione dirette ad evitare i rischi di caduta dall’alto, quali in particolare sistemi di ancoraggio permanenti, che consentono lo svolgimento di attività in quota sulla copertura, il transito e l’accesso in condizioni di sicurezza;
b) sono integrati da un elaborato tecnico della copertura che, con riferimento alle misure di prevenzione e protezione di cui alla lettera a), contiene le indicazioni progettuali, le prescrizioni tecniche, le certificazioni di conformità e ogni altra informazione necessaria ai fini della prevenzione e protezione dei rischi di caduta dall’alto, secondo quanto previsto dall’atto di cui all’articolo 6.
2. L’elaborato tecnico della copertura integra il fascicolo, di cui all’articolo 91, comma 1, lettera b), del d.lgs. 81/2008, quando ne è prevista la redazione; altrimenti costituisce documento autonomo.
3. L’elaborato tecnico della copertura è aggiornato nell’ipotesi di interventi che determinano modifiche strutturali dell’edificio ovvero che rendono necessarie modifiche riguardanti le misure di prevenzione e protezione contro le cadute dall’alto; è messo a disposizione di coloro che, successivamente alla realizzazione degli interventi di cui all’articolo 2, svolgono attività in quota sulla copertura medesima e, in caso di passaggio di proprietà, è consegnato al nuovo proprietario o avente titolo.
Art. 5 (Improcedibilità dell’istanza del titolo abilitativo edilizio)
1. L’assenza o l’incompletezza dell’elaborato tecnico previsto all’articolo 4, comma 1, lettera b), determina l’improcedibilità dell’istanza diretta ad ottenere il relativo titolo abilitativo edilizio.
Art. 6 (Disposizioni di attuazione)
1. La Giunta regionale, con proprio regolamento, sentita la competente commissione assembleare, individua le prescrizioni tecniche da adottare in relazione alle misure di prevenzione e protezione indicate all’articolo 4, comma 1, lettera a), e specifica la documentazione di cui all’articolo 4, comma 1, lettera b), nonché le modalità di presentazione della medesima.
Art. 7 (Norme transitorie e finali)
1. La Giunta regionale adotta l’atto di cui all’articolo 6 entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
2. La presente legge si applica agli interventi edilizi i cui lavori non siano ancora iniziati alla data di entrata in vigore del regolamento di cui all’articolo 6.
3. Per tutto quanto non espressamente previsto dalla presente legge, si applicano le disposizioni di cui al Capo II del Titolo IV del d.lgs. 81/2008.
Nello specifico la norma UNI 795/02 stabilisce le seguenti distinzioni:
Classe A1 Se utilizzato come punto di ancoraggio singolo su superfici verticali, orizzontali ed inclinate.
Classe A2 Se utilizzato come punto di ancoraggio singolo a tetto inclinato.
Il dispositivo che consente all’operatore di spostarsi in copertura, assicurandosi a questo tipo di ancoraggio, è costituito da un doppio cordino conforme alla norma UNI EN 354, con dissipatore di energia e da una imbracatura per il corpo a norma UNI en 361. La distanza tra essi non deve superare i 2,00 metri, in modo da consentire all’operatore provvisto di doppio cordino ed imbracatura di restare comunque agganciato ad un dispositivo di ancoraggio, effettuando in sicurezza il transito in copertura.
Classe B sono dispositivi provvisori portatili, costituiti da anelli di fettuccia da agganciare alle strutture portanti esistenti per la sola durata dell’intervento aventi lo scopo di garantire il transito in copertura in tutti quei casi in cui non sia disponibile una linea d’ancoraggio permanente. Possono essere installati su coperture piane o inclinate di particolare morfologia.
Classe C si intendono quei dispositivi di ancoraggio dotati di linee d'ancoraggio flessibili orizzontali (deviazione massima dal piano orizzontale di 15°), realizzate con corda di fibra sintetica o fune metallica fissata a due o più elementi di ancoraggio installati in modo permanente ad una struttura.
UNA LINEA IN “CLASSE C” E' COSTITUITA DAI SEGUENTI COMPONENTI:
- Ancoraggio strutturale di estremità: ancoraggio strutturale (palo /piastra) a ogni estremità di una linea di ancoraggio flessibile
- Ancoraggio strutturale intermedio: ancoraggio strutturale che può essere necessario
- Punto d’ancoraggio mobile (connettore o navetta).
- Linea di ancoraggio.
Richiede una manutenzione periodica la cui cadenza dipende dalle caratteristiche tecniche del sistema installato. Il posizionamento della linea d’ancoraggio deve essere stabilito dal coordinatore in fase di progettazione o, nei casi in cui tale figura non sia prevista, dal progettista, tenuto conto dei rischi derivanti dall’insorgenza dell’effetto pendolo e dal dimensionamento del tirante d’aria.
UNA LINEA IN “CLASSE D” E' COSTITUITA DAI SEGUENTI COMPONENTI:
Linea vita rigida in classe D con sistema di scorrimento a binario o rotaia viene fissata a due o più punti della struttura in modo permanente. I binari di scorrimento sono dotati di dispositivo di fine corsa. L’aggancio al carrello è consentito esclusivamente con cordini muniti di assorbitore di energia conforme alla norma UNI EN 355 ed imbracatura UNI EN 361. Può essere installato su tutti i tipi di coperture: piane, inclinate, lungo pareti verticali e soffitti.
Consente l’uso contemporaneo da parte di due o più operatori; risulta essere il più affidabile dei sistemi.
Richiede una manutenzione periodica la cui cadenza dipende dalle caratteristiche tecniche del sistema installato.
Dispositivi installati sulla copertura oggetto d’intervento di manutenzione, su superfici orizzontali con inclinazione massima di 5°, da prevedere dove non sono installate linee d’ancoraggio o altri sistemi di ancoraggio da disporre in maniera fissa.
Da prevedere per brevi spostamenti in sicurezza dell’operatore su tratti di copertura limitati e per interventi di piccola manutenzione o ispezione. I dispositivi di ancoraggio a corpo morto non devono essere utilizzati dove la distanza dal bordo del tetto sia minore di 2.500 mm., in presenza di rischio di gelo o in condizione di gelo, grasso, olio o crescita di alghe. I dispositivi anticaduta a corpo morto, devono essere tassativamente utilizzati in abbinamento con dispostivi anticaduta di tipo retrattile o assorbitori di energia.
Accessori complementari alla linea vita:
NORMA UNI EN 354 Cordini;
NORMA UNI EN 362 Connettori;
NORMA UNI EN 361 Imbracature.
NORMA UNI EN 363 Sistemi di arresto caduta.
La ditta Marzetti Srl è in grado d’installare su coperture industriali e civili, sistemi anticaduta su coperture piane o inclinate; complete di scale d’accesso.